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 LALLAZIONI 

 balbettio filosofico scritto

*SCRITTO  : per noi e forse solo per noi (qui e altrove) con il significato di ex-krypto, che procede da un luogo segreto, che viene fuori dal nascondiglio, che si svela. Un'etimologia impossibile, eppure infinitamente seducente, esatta.

 MEDITAZIONE LUDICA n. 1 

 

 Epitaffio per le parole Morte e Vita 

 

Tutto ciò che esiste 

 è vivo solo dal momento in cui ha cominciato a morire. 

 Non un attimo prima. 

 Prima che arrivasse la morte, prima che qualcosa cambiasse,

 non esisteva niente di simile al tempo che scorre,

 che procede in una direzione precisa, una sola, senza deviazioni e senza scampo. 

 Prima che arrivasse la morte, le cose non andavano "avanti" o "indietro",

 non andavano da nessuna parte e non venivano da nessuna parte.

 Ogni cosa era immobile nel tutteterno (che è come dire nel nullamai). 

 

 

La storia dell’umanità non comincia nel giorno in cui la prima grande scimmia ha pensato “io sono”, ma il giorno in cui ha pensato “io muio”. Da allora (e non un attimo prima) la nostra specie è diventata umana.

 

Un giorno, un essere umano - non ci è dato sapere chi e quando sia stato - pensò che quella cosa che per tutti gli altri esseri viventi era ed è una-cosa-e-una-sola, per lui erano due. Due cose diverse.

Opposte, addirittura.

 

Pensò che quella cosa che faceva ogni giorno da che ricordava di essere qualcuno (e cioè sentire gli odori e avere fame, o avere voglia di fare l'amore) non fosse una-cosa-sola con quella che accadeva quando tutto questo finiva; le cose dovevano essere due, due diverse e non una uguale. Perciò diete diede a queste immagini due nomi; due nomi per una-cosa-sola; due - da allora e per sempre - in tutte le lingue del mondo: vita/morte.

 

Eppure, quella che noi chiamiamo morte non ha nulla a che fare con la biologia (che è vivere e morire) ha a che fare con la perdita d’identità, fatta di pensieri e di parole; con la perdita di proprietà, fatta di luoghi, cose, persone.

 

 

Ora... A rischio di sembrare new age (o comunque si chiamino ora le filosofie che poi diventano para-religioni) proporrei - intanto - una cosa, che è anche il primo Assioma Ludico di questo Manifesto.

 

 

#ASSIOMA LUDICO n. 1 

 

 Appello per una parola nuova 

 

Giacché le parole Vita e Morte ci hanno già dato tutto quanto potevano (identità, scopo, carburante d’azione); giacché ci hanno fatto diventare esattamente ciò che siamo, allora è tempo di ad andare avanti senza di loro e di provare a rinunciare ai due nomi per la stessa cosa. Non foss’altro che per amor di sperimentazione; per scoprire chi potremmo diventare all’ombra di una parola nuova.

La ragione di un’azione così radicale sulla nostra cultura è che se non useremo una parola e una sola, continueremo a confondere la vita con l’identità. E la morte sarà per sempre un evento incomprensibile che depreda ingiustamente le persone dei loro affetti e delle loro opere.

 

La Morte è solo la fine di una storia e l'inizio di un'altra, ed è perciò la parola perfetta per raccontare il contrario dell’Identità.

La Vita è tutto (e nulla) e non ha contrari, ma è una parola ormai stantia, che nasconde più di quanto sveli.

Ne occorre una nuova.

 

 

 

 

#ASSIOMA LUDICO n. 2/ Libero da Meditazione

 

 Utopia, una definizione 

 

Troppo a lungo non si è guardato al vero significato della parola Utopia,

che non a caso accenna al non-luogo in vece del luogo.

L’utopia non si realizza negli spazi ristretti di orgogli locali, non si realizza in resistenze isolate.

È più che internazionale, è sovranazionale – di più – sovraterritoriale, oltreterrestre.

Nei luoghi, tutt’al più, l’utopia si sperimenta, ma non è possibile darle cittadinanza perché in quanto non-luogo essa non possiede confini e identità, orgogli e particolarismi, l’utopia confina solo con l’umano che la concepisce e l’esistente che la definisce.
Non ha bandiere, non ha colori, non è stata né Stato.

Se si realizzasse in un qui o in un altrove allora sarebbe luogo, e qualcosa potrebbe esistere fuori da essa, al di là di essa.

 

L'Utopia è un luogo filosofico, immaginario e vivo, in cui immagazziniamo e organizziamo la bellezza dell'umano, in cui si conducono serissimi esperimenti sull'impossibile. 

 

 

 

 

MEDITAZIONE LUDICA n. 2 / Libera da Assioma

 

 Ode a Te 

 

Mi pensi, dunque esisto.

Se tu non mi vedessi, se tu non pensassi me, io non esisterei.

E se anche esistessi, non esisterebbe il senso né la parola ‘senso’, né le altre parole che solo esistono perché tu le ascolti.

Tu sei il segno evidente, e l’unico, della mia esistenza.

Tu mi vedi senza bisogno di uno specchio, un dipinto, una fotografia,

tu puoi tracciare il perimetro di tutto il mio corpo e vedere,

nello stesso istante in cui mi volto,

chi sono dietro.

Io stessa, che pure mi abito, non posso uscire a guardarmi.

 

Se tu non stessi lì a guardarmi, il corpo non sarebbe una camicia di forza, l’idea di libertà non sarebbe solo quella (limitata) dell’essere, ma anche quella (totale) del non-essere. 

È solo per i tuoi occhi che sono viva e l’essere viva è accettare questa prigionia.

Quando sono sola, quando non ti penso, sono tutt’altra cosa.

Non mi chiamo in nessun modo.

Non ho corpo né identità e non sono mai qui.

Quando tu ci sei, ti mostro che esisto, mi vedi.

Quando tu ci sei, mi inorridisce il pensiero di non-essere e perciò torno ad abitare qui.

Prendo posto nella pelle che indosso per te.

Disegno a fatica uno sguardo complesso perché tu possa leggere quello che non so dire, né scrivere, né pensare, la cosa in me che esiste anche se nemmeno tu la vedi.

Qualcosa che non è dentro di me (credimi, ci ho già guardato) è fuori e tu non la vedi.

E se tu non la vedi, io non ho posso darle un nome.

È tutt'attorno e tutt'intorno.

Tutt’uno con tutto.

Sono io quando non mi riconosci.

Sono io quando non sono qui.

Sono io quando non sai il mio nome.

E neanche ti chiedi qual è.

 

 

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